giovedì 19 aprile 2018

Dulcis in fundo: Vinitaly 2018


Ed eccoci finalmente (nel senso che siamo alla fine!) a Vinitaly! Toccata e fuga del 16 aprile ma, avendo sempreil Borda come guida, riusciamo comunque a fare quasi centocinquanta assaggi! Evvai!!! J

Non mi dilungherò troppo sulle note di degustazione, quanto piuttosto sulle aziende che maggiormente mi hanno colpito e che magari tra qualche tempo potreste anche vedere in enoteca, rigorosamente in ordine sparso.

Tra i piemontesi, assaggiati la mattina per evitare le code, sono davvero interessanti i Barolo di Scarzello, che esce ora con il 2012 Sarmassa; il Perno 13 e il Perno 12 Riserva di Oreste Stefano, piccola cantina scoperta per caso durante un giretto nelle Langhe, quando il titolare della Vite Turchese ce lo ha affiancato al Barolo 2012 Cascina Francia di Conterno e Oreste Stefano non ha affatto sfigurato, con le giuste proporzioni (anche di prezzo!) ovviamente!

Gabutti Boasso poi ci fa scoprire una gamma con un 2013 molto elegante e Margheria 2013 molto equilibrato. Subito dopo, da Cascina Fontana, tra gli assaggi colpisce il Dolcetto 2017, davvero croccante e gustoso, come lo sono stati pochi assaggi nella mia vita, buonissimi anche la barbera e il nebbiolo (non quello senza solfiti, che è un poco confuso), e buono anche il barolo 2014, in una versione fresca ed elegante.

Spettacolari anche i vini di Guido Porro da Serralunga, con un recentissimo Vigna Rionda 2014 molto buono, in una versione verticale ma anche godibile, che ha il solo difetto del prezzo!

Anselma, che si conferma sempre il re dei vini dal super rapporto qualità/prezzo, si presenta con il Vigna Rionda Riserva 2010, ultime bottiglie, davvero completo e con il Barolo Felice Anselma 2012 riserva dei  100 anni dalla buona struttura e tannino elegante. Inoltre la signora Maria è uno spettacolo di donna!!! J

Tra i Brunelli assaggiati, molto molto buoni e in un’ottima annata, quelli di Enzo Tiezzi (che tra pocco arriveranno anche da noi bricconi!), con il Poggio Cerrino 2013 e il Vigna Soccorso 2013, e quindi il Vigna Soccorso Riserva 2012. Succosi, eleganti, con tannini vellutati. Buoni!

Anche i due ‘canalicchi’, ovvero Siro Pacenti e Canalicchio di Sopra ci hanno fatto un’ottima impressione, con un vecchie vigne 2013 del primo in gran spolvero e il 2013 del secondo molto elegante.

Forse però il re del brunello di questa edizione, dai miei assaggi, si rivela Le Chiuse di Montalcino, della cugina di Franco Biondi Santi, per potenza e raffinatezza racchiusi in un unico sorso.

Chianti Rufina di Selvapiana super campione di beva!

Bellissima tutta la gamma di San Giusto a Rentennano, che già trovate in enoteca, con il Chianti Riserva 2015 le Baròncole molto buono, in particolare se pensato vicino al fratello 2014 assaggiato di recente, un po’ scarno, e spaziale il Vinsangiusto, da leccarsi i baffi! La Ricolma colpisce per essere un merlot con ottima struttura tannica, in annata buona come la 2015 e il Percarlo 2014, sangiovese, non delude nonostante l’annata, seppure abbia un sorso leggermente più fresco.

Fantastica anche la batteria del Castello dei Rampolla, da Panzano, con un Alceo 2016 (base cabernet sauvognon) forse internazionale ma sicuramente spettacolare!!!

Tappa da Capitoni, azienda della Val d’Orcia, posizionata tra Montalcino e la zona del Nobile; alcuni dei nostri amici noni sono rimasti ben impressionati dai vini, il Frasi in particolare, degustato in una bella e lunga verticale. A me personalmente ha affascinato la diversità di questo sangiovese da altri della zona, per la presenza di un naso diverso, giocato su note salmastre e di oliva, salamoia, pepe e spezie. In realtà anche io ho trovato i vini un po’ troppo estratti e per certi versi leggermente pesanti, ma l’annata 2007 ad esempio era ben bilanciata. Da riprovare!!!

Passiamo anche da Cuzziol, per assaggiare qualche vino della distribuzione. Ci sono solo i ‘base’ ma qualcosa si riesce a capire, come per esempio che Haymann Lowenstein fa riesling buoni, come pure Vincent Girardin e H. Boillot con gli chardonnay di Borgogna, mentre invece non colpiscono del tutto i barolo di Paolo Conterno, sfuocati e a tratti quasi pesanti.

Piccola tappa in Friuli ad assaggiare i bianchi di Komic, piccola realtà del Collio Goriziano che lavora molto bene: ottimi  e dal favorevole rapporto qualità/prezzo il sauvignon, il friulano e lo chardonnay.

Ultimi assaggi al padiglione della Campania, per degustare qualche bianco tipico e qualche aglianico.

Bianchi della Sibilla e di Cantina Barone buoni; passiamo poi da Raffaele Palma e qui troviamo altri bianchi molto particolari, come il Ciararis 2015, ginestra in quest’annata al 70% (ma con la nuova annata al 100%) con profumi di macchia mediterranea e fiori, appunto ginestra, pepe bianco, margherita, agrumi, con una bellissima vena acida. Sempre buono il Puntacroce (2013 e 2014) in arrivo in enoteca, profumatissimo, tanta materia e sempre bell’allungo acido e succoso il Rosato 2017 che uscirà l’anno prossimo. Bravissimo Raffaele Palma!!!

Quintodecimo re del Taurasi Riserva ma che prezzi ragazzi!!!!

Buoni anche i Taurasi di Perillo, annata corrente Riserva 2007 e Riserva 2008, ma che giovani!!!!

Ci sarebbero da nominare tanti altri assaggi, alcuni più piaciuti rispetto ad altri (ad esempio Tua Rita vs. San Polino!) ma il mio reportage finisce qua perché ho scritto un papiro!! Parleranno al posto mio i vini che tra poco faranno capolino tra gli scaffali del bricconbacco! A presto e state connessi!!! J

Grazie a chi avrà avuto il tempo e la voglia di leggere tutto quanto! Un bicchiere di buon vino se passate dall’enoteca il sabato!!!

mercoledì 18 aprile 2018

Summa 2018: Magrè arriviamoooooo!!!!


Domenica mattina 15 aprile alle 6.00 partiamo alla volta di Magré, verso la super tenuta di Alois Lageder, per assaggiare vini da produttori provenienti da tutto il mondo, in un clima di tranquillità, relax fronte vigne: Summa 2018

Primi ad essere testati sono i crucchi, colazione alcolica con botta acida inclusa J e a seguire anche mini verticale di Clemens Busch, il riesling Fahlray Terrassen dal 2011 al 2015.

Che dire, sono buoni! Tutti i GG assaggiati avevano il loro perché, in particolare il Kupfergrube GG 2015 di Hermannsberg, dal Nahe, da uve provenienti da piante vecchie. Naso che rimane un po’ chiuso e giocato su note più di cereali che di frutta, ma sorso pieno, deciso, con super acidità ma anche ricchezza. Buono!

Lo stesso per il Fahlray Terrassen di Clemens Busch che, degustato appunto in verticale, ci ha fatto capire come l’annata 2013 sia stata molto buona (frutta esotica, idrocarburo fine, ricco, ben bilanciato dall’acidità), così come la 2015 (in prospettiva) e la 2011 (più calda ma ottima se bevuta già a partire da ora).

Anche il GG di Schloss Vollrads vuole dire la sua, con un alcol più presente (13.5%), sorso pieno, ricco, ma sempre sorretto dalla spalla acida importante. Il resto della sua gamma invece non mi colpisce particolarmente perché, seppur siano vini ben fatti, sono troppo rigorosi, non pieni, molto verticali e senza quella ricchezza che a me piace nei GG. Son gusti, eh! J

C’è anche qualche vino/azienda che non ci ha convinto appieno, in particolare per le scelte di vinificazione, ma non parliamo di quello che non ci è piaciuto, perché appunto non ci è piaciuto!!! J

--------------------

Dall’Austria invece assaggi di gruner veltliner, di cui qualcuno molto interessante, come ad esempio quelli di Schloss Gobelsburg, dal Kamptal, in particolare il Ried Gaisberg 1 cru Alte Reben: da vigne vecchie, un gruner salino, acido, bilanciato tra agrumi e idrocarburi, giovanissimo, buonissimo!

Ottima tutta la linea di OTT, Wagram, soprattutto il Ried Feuersbrunner Rosenberg, completo, ricco e acido, largo se vogliamo, ma bello bello!

Ode al Ried Schlossberg 1 cru di Weinsberghof Fritsch, sempre Wagram, forse il più buono tra i gruner austriaci assaggiati quel giorno, tanta materia e naso poliedrico.

Riesling molto buono dall’Austria è il Ried Steiner Pfaffenberg 2016 Alte Reben di Pichler-Krutzler, ricco, pieno, equilibrato.

Sempre in Austria, altra ode per la Blaufrankisch di Moric, specialmente la Alte Reben 2011 Lutzmannsburg, rotonda, intensa, un piccolo capolavoro! Qui il problema è solo il prezzo! J

Dopo una pausa con le super frittelle alle mele cucinate dalle donne di Magrè, con cui abbiamo assaggiato il Beerenauslese di Velich, molto buono, passiamo al resto del mondo e all’Italia in partiolare. Tralascerò anche qui i soliti nomi (Apparita, Galatrona, Capitelli e parenti) per soffermarmi sulle sorprese.

Partendo dal presupposto che la cantina Pio Cesare è famosa sì, ma non sempre mi ha convinto sui Barolo prodotti, mi sono accostata alla linea proposta con qualche pregiudizio per poi ricredermi! Barbaresco 2005 molto buono, così come il Barolo 2004, che ha davanti a sé ancora molti e molti anni. Bravi!

Buono ma veramente buono il Fiorano Rosso 2012 della Fattoria di Fiorano, di un’eleganza raffinata.

Già assaggiato in altre occasioni il Montepulciano d’Abruzzo 2001 di Emidio Pepe, sempre convincente, bilanciato: anche oggi si conferma un ottimo prodotto.

Tenuta delle TERRE NERE merita anche una menzione perché i suoi nerelli sono puliti, intensi, balsamici, molto buoni, in particolare il Calderara Sottana 2016. Hanno più materia rispetto ad altri colleghi, rispetto per esempio al N’anticchia di Caciorgna, seppure molto buono, e questo a me piace molto!

Boscarelli e il nobile, un connubio d’amore perché i vini sono davvero buoni. Non spigolosi come alcuni assaggiati di recente e nemmeno troppo materici; il giusto equilibrio. Bravi!

Validissimi i due rossi di Mas des Quernes, Languedoc, base mourvèdre, carignan e grenache, un po’ rustici se vogliamo, ma proprio come piacciono a me!

Verso le sei ci allontaniamo dalla manifestazione per una pausa e ci ritroviamo poi per la cena allo Schwarz Adler, l’aquila nera di Cortaccia, ristorante con ampia scelta di vini al bicchiere e in bottiglia e ottima proposta culinaria. Buono il Pinot Nero di Strobelhof!

E l’indomani ci aspetta Vinitaly con altrettanti assaggi (anzi di più perché qui il Borda ci fa trottare di bestia!!!) J

Alla prossima!

martedì 17 aprile 2018

Vni Veri 2018: impressioni di un bevitore tanto assetato! :-)


Una tre giorni impegnativa ma davvero interessante quella che noi del bricconbacco! abbiamo appena trascorso tra Verona, Cerea e Magrè!

Siamo partiti venerdì 13 aprile alla volta di Cerea e dei Vini Veri 2018 (non che gli altri vini non siano veri eh!!! J ). Gli assaggi della giornata che più ci hanno colpito (tolti ovviamente i soliti grandi nomi) in ordine sparso:

SANGIOVESE IGT 2015 MASSA VECCHIA: un sangiovese estremamente elegante, molto rotondo, abbastanza pronto ma con una bella acidità che sostiene il vino, con profumi magari non tipicissimi per un sangiovese ma per un vino davvero molto buono. ALEATICO PASSITO IGT TOSCANA 2015: uno spettacolo! Un passito che quando lo bevi ti sembra quasi di masticare. Sa di uva passa e ti sembra davvero di masticarla. Strepitoso.

FERRANDES PASSITO DI PANTELLERIA DOP 2012: stesso discorso che abbiamo fatto per l’Aleatico di Massa vecchia; qui cambia ovviamente lo spettro olfattivo, più di frutta gialla passita e candita, cera e miele, ma il nocciolo della questione è lo stesso!

SKERLJ MALVASIA VENEZIA GIULIA IGT 2015: profumi davvero deliziosi per questa malvasia che fa un pochino di macerazione e affinamento in legno. I profumi sono di albicocca candita e frutta esotica, unitamente a erbe aromatiche, rosmarino tra tutte. In bocca la tendenza non è amarognola come accade ogni tanto con i vini macerati; c’è invece un equilibrio davvero invidiabile. Buono!!

TAI ROSSO I PIALLI: vitigno poco conosciuto, vino equilibrato, elegante, con una nota sapida. Bella interpretazione!

RAINA: da Montefalco, tre vini rossi fatti bene, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

ZAMPAGLIONE DON CHISCIOTTE, FIANO IGT 2016: bella annata e bel vino, con i classici sentori di frutta e pietra focaia, morbido ma ben fatto. Al banco c’erano anche il Fiano 2006 e il 2007, macerati. A mio parere meglio la versione tradizionale.

DI SALVO: nero d’Avola IGP 2016. Fuori dagli schemi del classico nero d’Avola che ha corpo e struttura (oltre all’alcol) da vendere, questo vino è invece sullo stile dei nero d’Avola che vengono prodotti ultimamente un po’ da tutti i vignaioli, corpo certo ma anche eleganza e equilibrio. Una piccola produzione situata abbastanza in alto (500 metri slm), un vino davvero interessante. Il signor Di Salvo poi è molto affezionato ai vitigni tipici della zona e tra poco metterà a produzione anche le vigne di perricone e catarratto. Gradazione alcolica bassa.

MACCHION DE’ LUPI: una gamma che non assaggiavo da molto. Ansonica con leggera macerazione davvero particolare, delicata su note floreali e di frutta, leggera spezia, alcol equilibrato. Rossi rotondi ma non banali!

GUTTAROLO CRISTIANO: Da Gioia del Colle primitivo, negramaro e susumaniello tutti annata 2016 abbastanza atipici, con gradazione di 13 gradi e leggiadria da vendere. Legno inesistente, solo acciaio e in un caso anfora. Freschi e varietali.

BODEGAS LA SENDA LA BARBACANA 2016: vino interessante da uve tinto, alicante e bouchet, vigne vecchie. Pochissime bottiglie, eleganza ed equilibrio per vini fatti in alto, tra i 500 e i 600 mt slm. Per nulla austeri, anzi, con gradazione alcolica di 13 gradi. Profumo che va dai fruttini alla spezia, morbido ma con una bella vena acida. Questa è un’azienda che ci piace molto! Peccato non ci siano mai troppe bottiglie disponibili…

Potrei citare altri produttori e altri vini interessanti tanto quanto quelli appena descritti (vedi Bea, De Fermo, Rinaldi, Slavcek, Antoniotti, Cascina delle Rose, Colombera e Garella, Nikolaiof,Redondell ecc.), ma quest’anno mi piace porre l’attenzione su aziende magari leggermente meno famose ma di sicuro con prodotti altrettanto buoni, provenienti dal lavoro attento e rigoroso di vignaioli rispettosi dell’ambiente e delle tipicità dei propri luoghi di origine.

Questo era Vini veri 2018! Alla prossima per Summa e Vinitaly!